22/12/09
Analisi sull'inizio di Jennings
Ecco il link:
Brandon Jennings, the change
21/12/09
Un po' di vecchia "stuff"
Per ricominciare parto con qualche vecchio link relativo alla rubrica che curo su Basket Central, Basket&Numeri.
25/06/09
Mock Draft 2.0
Editerò direttamente il Mock precedente. I Knicks prendono la scelta numero 29 dai Lakers. Attenzione ai Nets che potrebbero cambiare obiettivo dopo la trade che ha spedito Vince Carter a Orlando in cambio di Alston, Battie e soprattutto Courtney Lee. Portland data fortissima su Casspi del Maccabi.
- Los Angeles Clippers Blake Griffin
- Memphis Grizzlies Hasheem Thabeet
- Oklahoma City Thunder Ricky Rubio
- Sacramento Kings Tyreke Evans
- Minnesota Timberwolves James Harden
- Minnesota Timberwolves Jonny Flynn
- Golden State Warriors Jordan Hill
- New York Knicks Stephen Curry
- Toronto Raptors Demar Derozan
- Milwaukee Bucks Jrue Holiday
- New Jersey Nets Terrence Williams
- Charlotte Bobcats James Johnson
- Indiana Pacers Ty Lawson
- Phoenix Suns Brandon Jennings
- Detroit Pistons Gerald Henderson
- Chicago Bulls B.J.Mullens
- Philadelphia 76ers Eric Maynor
- Minnesota Timberwolves Earl Clark
- Atlanta Hawks Dejuan Blair
- Utah Jazz Tyler Hansbrough
- New Orleans Hornets Jeff Teague
- Portland Trail Blazers Omri Casspi
- Sacramento Kings Austin Daye
- Dallas Mavericks DeMarre Carroll
- Oklahoma City Thunder Sam Young
- Chicago Bulls Taj Gibson
- Memphis Grizzlies DaJuan Summers
- Minnesota Timberwolves Jonas Jerebko
- New York Knicks Wayne Ellington
- Cleveland Cavaliers Rodrigue Beaubois
NBA Draft, gli altri
Toney Douglas, 6-1, PG/SG, Florida State - Tra le sorprese degli ultimi giorni, potrebbe finire nella seconda metà del primo giro. Più guardia che playmaker, realizzatore, eccellente tiro anche dalla lunga. Buon trattamento di palla. Eddie House? 21.5 punti, 3.9 rimbalzi, 2.9 assist, 38.5% da 3 punti.
DeMarre Carroll, 6-8, SF/PF, Missouri - Sinceramente non lo sceglierei al primo giro. Buon tiro, buona intensità, buon giocatore a rimbalzo, buon fisico. Non eccelle in nessuna categoria, mi sembra abbia poca "toughness" e aggressività per giocare ala grande nella NBA a 2,01m. 16.6 punti, 7.2 rimbalzi, 2.2 assist, 36.4% dalla lunga.
Victor Claver, 6-10, SF/PF, Pamesa Valencia (SPA) - Infortunato nell'ultima stagione, è comunque tra i migliori prospetti europei. Potenzialmente mi sembra giocatore da metà primo giro, ma pagherà il lungo stop fisico. Atletone, buon tiro, fisico interessante, può migliorare ovunque. Nelle poche partite giocate (16) 8.3 punti, 4.5 rimbalzi, 65.1% da 2 punti e 41.5% da 3 in 23.0 minuti di media.
Nando De Colo, 6-5, PG, Cholet (FRA) - Compagno di squadra di Beaubois, non capisco come faccia ad essere così indietro nelle graduatorie degli scout. Buon trattamento di palla, tiro, passatore sopraffino, in generale un signor giocatore di pallacanestro. Non è atletico? Chi se ne frega. 14.7 punti, 3.6 rimbalzi, 3.3 rimbalzi, 50.8% da 2 punti con lo Cholet.
Sergio Llull, 6-3, PG, Real Madrid (SPA) - Altro caso di europeo sottovalutato. Capisco che si pensi ad un upside limitato ma scegliere Jennings tra i primi 15 e lui a metà del secondo giro non credo abbia molto senso. Regista, buon fisico (1,90m), light version del più giovane Rubio. In Spagna sono messi bene per il futuro. In 22 minuti di utilizzo 8.6 punti, 2.2 rimbalzi, 2.7 assist, 38.4% da 3 punti.
Marcus Thornton, 6-4, SG, LSU - Giocatore pronto per la NBA, può dare subito un contributo. Discreti fondamentali, buonissimo tiro, capacità realizzative sopra la media. Magari un po' piccolo per giocare guardia nella NBA (1,90m), mi piacerebbe vederlo come cambio di Ginobili nel sistema degli Spurs (che avranno la settima chiamata del secondo round). 21.1 punti, 5.5 rimbalzi, 2.1 assist, 38.5% da 3 punti, 30.3 di PER.
DaJuan Summers, 6-8, SF/PF, Georgetown - Ala dall'eccellente tiro, ci sono diversi punti interrogativi sulle altre fasi del suo gioco. A metà tra il numero 3 e il numero 4, potrebbe essere un discreto cambio delle ali NBA o un giocatore pronto per l'Europa. Deve migliorare a rimbalzo. 13.6 punti, 4.1 rimbalzi, 1.3 assist, 38.5% da oltre l'arco.
Josh Heytvelt, 6-11, PF, Gonzaga - Pensavo fosse più forte. L'ho seguito nella sua carriera collegiale e non è mai esploso definitivamente. Discreto atleta, eccellente tocco, range da 3 punti, interessante mobilità laterale per essere un 2,09m. Dicono abbia qualche problemino fuori dal campo. 14.7 punti, 6.5 rimbalzi, 57.2% nel tiro da 2 punti, 40.4% dalla lunga.
Danny Green, 6-6, SG/SF, UNC - Prototipo del giocatore di ruolo, sarebbe davvero interessante vederlo in una squadra da Playoffs che lo scelga al secondo giro. Esterno completo, tiratore sopra la media, superbo difensore, braccia lunghe, taglia fisica interessante; questo ragazzo mi sembra veramente sottovalutato. Eppure all'università ha vinto e convinto. Per North Carolina 13.6 punti, 4.7 rimbalzi, 2.7 rimbalzi, 1.8 recuperi, 1.3 stoppate, 41.8% da 3 punti.
24/06/09
NBA Draft, 5th - 1st
Tyreke Evans, 6-5, PG/SG, Memphis - Sul ruolo c'è da fare immediatamente una precisazione: Evans non è un playmaker, ma un giocatore che ama partire con la palla in mano, in punta. Tipica combo-guard, giocatore di pick'n'roll, buon trattatore della palla, sa creare per sè e per i compagni; giocatore che va dentro con la moto, finisce anche subendo il contatto, atletico, forte nella parte superiore di un corpo che controlla benissimo. Molto limitato nel tiro da 3 punti, potrebbe essere proprio questo a portarlo fuori dalle prime 5 chiamate assolute. Versatilità, forza, velocità di piedi e taglia fisica (1,95m) potrebbero renderlo un eccellente difensore NBA, anche se spesso gioca troppo per rubare il pallone. Limiti: tiro da fuori, percentuali ai liberi, ruolo, palle perse. Ma il materiale su cui lavorare c'è tutto. A Memphis 17.1 punti, 5.4 rimbalzi, 3.9 assist, 2.1 recuperi, 27.4% da 3 punti e 30% di Assist Rate.
James Harden, 6-5, SG, Arizona State - Migliore shooting guard del Draft, senza se e senza ma. Giocatore all-around, unisce a una innata capacità di far canestro buonissime doti di passatore e un decision-making migliore di tanti playmaker da primo giro. Decisamente sopra la media anche a rimbalzo, difensivamente è tutt'altro che un giocatore alle prime armi. Tiratore affidabile ma non eccezionale, si dice che sia anche un ragazzo "allenabile", con spiccata etica del lavoro. Ritenuto da molti un po'piccolo per la posizione (ma comunque parliamo di un esterno di 1,94m), deve migliorare il gioco intermedio e il trattamento di palla. Come vedete la descrizione è simile a quella di Roy versione 2006 e come l'All-Star dei Blazers, Harden è considerato uno dei giocatori in assoluto più pronti del lotto anche se con upside limitato. E se continuasse a migliorare come Brandon? Abilissimo a guadagnare falli, deve migliorare dalla lunetta dove comunque tira il 75.6%. Nell'ultima stagione 20.1 punti, 5.6 rimbalzi, 4.2 assist, 1.7 recuperi, 35.6% da 3 punti, Player Efficiency Rating di 29.2.
Hasheem Thabeet, 7-3, C, Connecticut - L'altezza non si insegna. Tra le grandi verità nella storia del gioco, questa è in assoluto una delle mie preferite. Il tanzaniano da UConn verrà scelto così in alto (è proprio il caso di dirlo) perchè i pivot di 2,20m non si trovano al supermercato e perchè comunque potrebbe diventare un giocatore di impatto. Non è ovviamente Shaq, non è nemmeno il primo Mourning. E'un giocatore simile all'altro africano Mutombo, che per lunghezza di braccia, tempismo per la stoppata e presenza in area potrebbe diventare un fattore difensivo importante. In attacco siamo decisamente alle aste, anche se è tiratore di liberi non così malvagio (quasi 63% dalla linea della carità) e si potrebbe lavorare su di lui costruendogli uno-due movimenti in post basso; magari anche meccanici, l'importante è che siano efficaci. E a quell'altezza è difficilmente stoppabile. Deve assolutamente lavorare sulla mobilità e a rimbalzo può far meglio. La stoppata è ovviamente il suo numero migliore, aiutato da un'apertura alare di quasi 2,30m. Esce dal college con i seguenti numeri: 13.6 punti, 10.8 rimbalzi, 4.2 stoppate, 64% dal campo e l'11.9% di Block Rate.
Blake Griffin, 6-10, PF, Oklahoma - Ho sentito tantissime cose sul conto di questo ragazzo: è piccolo, non sarà un fattore nelle aree NBA, non segna da fuori, ecc. Secondo me è fortissimo e non solo perchè andrà alla numero 1. Atleta incredibile, sa giocare in post (non è Duncan però), buonissime mani anche per tirare dai 4 metri, fisico esplosivo. Non altissimo ma certamente nella media del ruolo (2,05m senza le scarpe), a rimbalzo è una forza della natura, soprattutto difensivamente dove a livello collegiale ha spazzato il ferro e portato a casa tutto quello che poteva: 32.4% la sua percentuale a rimbalzo difensivo, terzo della nazione (ma primo in questo Draft). Difensivamente è da costruire, soprattutto come posizionamento ma il corpo e l'atletismo sui quali metter sù un buon difensore NBA sono lì da vedere. Può migliorare anche come passatore (le mani ci sono), e come stoppatore: un atleta con il suo tempismo deve intimidire di più. Occhio soprattutto ai tiri liberi: oggi tira meno del 60%, potrebbe essere un problema grosso. Ricorda il McDyess pre-infortunio e per qualcuno è poco; forse in troppi si sono scordati del giocatore che era Dice con le ginocchia sane. Griffin può avere impatto immediato, mi aspetto un 15+10 già nella stagione da rookie. Scusate se è poco. Ad Oklahoma 22.7 punti, 14.4 rimbalzi, 2.3 assist, 1.1 stoppate, 66% di eFG% e 37.3 di Player Efficiency Rating.
NBA Draft, 10th - 6th
Jordan Hill, 6-10, PF, Arizona - Sul caso Hill la giuria è ancora in camera di consiglio. C'è chi lo ha paragonato a Chris Bosh, chi ha parlato di lui come di un Chris Wilcox più forte a rimbalzo. Sinceramente mi sembra una via di mezzo. Il potenziale offensivo è discreto (buon tiro dai 4-5 metri, capacità di finire vicino al ferro, va in lunetta con continuità), migliore di quello del Wilcox di Maryland ma senza dubbio lontano dai lampi di talento che Bosh mostrava ai tempi del college. Quello che sicuramente piace dell'ala da Arizona è il suo atletismo, la sua rapidità, la capacità di correre il campo, e i consueti centimetri (208) che ne fanno un giocatore pronto per ricoprire il ruolo di numero 4, anche nella NBA. Eccellenti qualità a rimbalzo, si segnala nell'ultimo anno come il 14esimo d'America per percentuale di rimbalzi offensivi catturati (15.4%). Discreto stoppatore, da costruire a livello difensivo e nel gioco spalle a canestro. Per i Wildcats chiude l'anno da Junior con 18.3 punti, 11.0 rimbalzi, 1.7 stoppate e il 53.7% dal campo.
Jrue Holiday, 6-4, PG/SG, UCLA - Quotazioni in ribasso. Eccellenti doti da passatore, potenziale difensivo importante, alto per la posizione di playmaker, discreto giocatore di pick'n'roll. Paga probabilmente un ruolo non ancora definito (playmaker?guardia?), un tiro lontano dagli standard richiesti e qualità atletiche "solo" normali. Nonostante Holiday sia tutto tranne che un giocatore esplosivo è più che discreto a rimbalzo, sa finire nel traffico ed ha buonissima mobilità laterale. Il ragazzo comunque produce poco in attacco, è sospetto ai liberi (72.6%) e tende a perdere qualche pallone di troppo (2.1 Turnovers a partita in 27 minuti di media). Solo il futuro potrà dirci se riuscirà ad esprimere tutto il suo potenziale, certo è che alcune qualità (difesa soprattutto) presenti nel suo bagaglio tecnico potrebbero farne un buonissimo giocatore di sistema all'interno della NBA. A UCLA 8.5 punti, 3.8 rimbalzi, 3.7 assist, 1.6 recuperi e il 23.8% di Assist rate.
Jonny Flynn, 6-0, PG, Syracuse - Al contrario di Holiday il suo è uno dei nomi più caldi degli ultimi giorni, per DraftExpress in questo momento sarebbe addirittura la scelta numero 4. Il giocatore convince nel doppio ruolo di playmaker e realizzatore, piace agli scout per la sua esplosività, per il primo passo fulmineo, per l'aggressività che mette sul campo nonostante non sia dotato di un fisico statuario (1,81m). I limiti sono quelli che più o meno abbiamo attribuito alla metà dei giocatori presentati: piccolo, tiro da fuori da costruire, difensore modesto che a livello NBA potrebbe pesantemente pagare la mancanza di centimetri. Discreto trattatore della palla (non eccezionale comunque), a volte fuori controllo, deve migliorare anche ai liberi, fondamentale in cui oggi è solo un giocatore "normale" per il ruolo (78.6% la sua percentuale dalla lunetta). La domanda è sempre la stessa: sceglieranno così in alto un giocatore di 1,80m? Vedremo. Certe sono solo le sue cifre nell'anno universitario: 17.4 punti, 2.7 rimbalzi, 6.7 assist, 32.4% di Assist Rate ma anche 3.4 palle perse a partita e il basso 31.7% nel tiro dalla lunga.
21/06/09
NBA Draft, 15th - 11th
Earl Clark, 6-9, SF/PF, Louisville - Altro giocatore che non mi entusiasma. Per carità potenziale enorme, fisico esplosivo, buone mani per finire, centimetri, atletismo. Però come scrivono anche su DraftExpress le possibilità che sia un clamoroso bust sono molto alte. Non convince come tiratore, non è assolutamente un giocatore di post, va forte a rimbalzo, va male ai liberi. Ala grande? Ala piccola? Non produce tantissimo, in attacco è più un progetto che un giocatore fatto e finito. Buon trattamento di palla, passatore forse sottovalutato. Sinceramente non lo chiamerei così in alto ma qualche front-office che si innamorerà di questo 2,05m sicuramente lo troveremo. A Louisville 14.2 punti, 8.7 rimbalzi, 3.2 assist ma anche 3.2 perse.
Dejuan Blair, 6-6, PF/C, Pittsburgh - La prima cosa che mi viene in mente su di lui: peccato. A rimbalzo è veramente una bestia, nel senso più positivo del termine. Numero uno a livello NCAA per rimbalzi d'attacco (23.6% di OReb%, pazzesco), decimo per quelli difensivi, in generale un giocatore di rara aggressività e cattiveria agonistica. Peccato appunto. Perchè è stato misurato 1,96m senza le scarpe (ma anche un'apertura di braccia calcolata 2,18m), perchè è un lungo che gioca pericolosamente sotto al ferro e perchè per doti offensive è più vicino al pivot che ad un'ala grande; e non giochi pivot nella NBA se sei meno di 2 metri. Pochissimi movimenti offensivi degni di nota, jump shoot quasi inesistente, più che sospetto ai liberi. Ma dopo il caso Millsapp nessuno vuole far scivolare tanto in basso un giocatore che potrebbe ripetere le gesta dell'ex Louisiana Tech. Io credo sia ancora più piccolo del giocatore dei Jazz, certamente meno atletico e forse anche più limitato a livello offensivo (parlo del Millsapp appena uscito dall'università). Più facile che sia un Danny Fortson o un Reggie Evans dunque. Per il Player Efficiency Rating miglior giocatore dell'ultima stagione di College Basketball (38.9!). Quest'anno 15.7 punti, 12.3 rimbalzi, 1.5 recuperi, 59.3% dal campo e 126.8 di Offensive Rating.
Gerald Henederson, 6-5, SG, Duke - Il post di oggi passerà alla (piccola) storia del blog come quello in cui sbagliai clamorosamente le previsioni sui prospetti. Ma anche Henderson è un giocatore che non mi convince. O meglio: non mi convince così in alto all'interno del Draft. Nei giorni scorsi vi ho parlato di Ellington e la guardia di UNC mi sembra decisamente più forte. Certo parliamo di giocatori diversi: Wayne è un tiratore puro, la guardia dei Blue Devils un penetratore, un atleta eccellente capace di finire nei pressi del ferro anche subendo il contatto fisico. Quello che ha davvero impressionato di Gerald sono le importanti qualità difensive, che lo rendono un potenziale crack difensivo anche a livello NBA: difende praticamente 3 posizioni, un Raja Bell con (molto) meno tiro, gambe migliori e capace di finire nel traffico. Nell'anno da junior a Duke 16.5 punti, 4.9 rimbalzi, 2.5 assist, 1.2 recuperi ma solo il 45% dal campo (e l'ancor più basso 33.6% da 3 punti).
Brandon Jennings, 6-1, PG, Lottomatica Roma (ITA) - Sicuramente il giocatore che ho visto di più. Parto dai punti di forza: primo passo eplosivo, atletico, ha istinto per il gioco, rapidissimo, crea separazione, discreto ball-handling, può diventare un passatore importante. Tutto il resto è un grosso punto interrogativo. Tiratore davvero sospetto, spesso fuori controllo, decision-making da rivedere, va male a rimbalzo, difensivamente e a livello fisico sembra ancora un liceale. Ha faticato a tenere l'uno-contro-uno di tutti quelli che ha incontrato, fossero giocatori di Eurolega o del campionato italiano. Le quotazioni, inutile dirlo, sono scese parecchio: all'inizio dell'anno era dato tra i primi 5, oggi faticherà ad essere chiamato tra i primi 10. Ha giocato in un contesto tecnico difficile, chiamato a dare contributo in una squadra di alta fascia della Serie A e misurandosi con l'Eurolega, la competizione più dura del mondo dopo la NBA. Ma uscito dalla High School prometteva di più. Sono stati spesi paragoni importanti per lui, alcuni avevano azzardato il nome di Tony Parker. Oggi siamo decisamente lontani. Nel campionato italiano 5.5 punti, 1.6 rimbalzi, 2.3 assist, 2.1 recuperi e il 20.7% da 3 punti. Cifre simili anche in Eurolega: 7.6 punti, 1.6 rimbalzi, 1.6 assist, 1.2 recuperi con il 26.8% dalla lunga distanza.
20/06/09
NBA Draft, 20th - 16th
B.J.Mullens, C, 7-0, Ohio State - Primo pivot che presentiamo in questo draft, giocatore di cui non sono propriamente innamorato. Grande fisico (già adesso siamo a livelli NBA), buonissime mani per finire, atleta, stoppatore e i classici 213 cm che non si insegnano. Al momento non è un giocatore di post, difensivamente da costruire, anche in attacco non produce tantissimo. Oggi non scommetterei un centesimo su un suo futuro da grande nella NBA ma non spendere una scelta di metà primo giro su uno con quel pacchetto fisico-atletico è francamente difficile. E le mani sono davvero morbide, cosa che ha spinto molti a paragonarlo a Kaman. Nella sua stagione a Ohio State 8.8 punti, 4.7 rimbalzi, 1.1 stoppate con il 63.8% di percentuale reale e il 6.8% di Blk%.
James Johnson, 6-7, SF, Wake Forest - C'è chi lo paragona a Danny Granger. Senza dubbio parliamo di un'ala dal grande istinto per il gioco, di un giocatore che sa segnare, sa andare a rimbalzo, sa difendere. Il ragazzo unisce ad un discreto atletismo un' "apertura alare" di 2,15m, cosa che lo rende uno stoppatore di assoluto livello e una small forward di fatto più alta dei suo 201 centimetri. Da qui a paragonarlo alla stella dei Pacers però ce ne passa. Tiro da migliorare, in generale deve crescere come giocatore perimetrale per avere davvero impatto giocando da numero 3 nella NBA. Difficile comunque passare il suo nome, potrebbe essere uno dei grandi giocatori del prossimo Draft tra quelli che al momento non sono sotto i riflettori. A Wake Forest un secondo anno da 15.0 punti, 8.5 rimbalzi, 1.5 stoppate, 1.4 recuperi e il 54.2% al tiro (ma solo il 31.9% da 3 punti).
19/06/09
NBA Draft 2009, 25th - 21st
18/06/09
NBA Draft 2009, 30th - 26th
Omri Casspi, 6-8, SF, Maccabi Tel Aviv (ISR) - Dopo Lior Elyahu ecco un altro prospetto da primo giro made in Israele. Ala piccola o numero 4 tattico, Casspi ha impressionato favorevolmente gli scout grazie al suo fiuto per il canestro, la capacità di generare miss-match a suo favore e il grande gioco senza palla, forse il suo vero punto di forza. A destare qualche perplessità è invece il suo tiro da 3 punti: quest'anno ha tirato con il 45% netto nel campionato israeliano ma con poco più di un tentativo per partita (1.3 per la precisione). E le percentuali vanno e vengono: lo scorso anno con un numero di tentativi comparabile tirò con il 28.6% da oltre l'arco. Dubbi anche nella sua difesa cosiddetta "off-the-ball", certo migliorabile grazie al suo atletismo, alla velocità di piedi e ad un'apertura alare che di fatto lo rende un giocatore di 2,06-2,07m(in realtà Omri è circa 2,02m). Paragonato a Viktro Khryapa (anche se sembra meno forte fisicamente rispetto al giocatore russo) quest'anno in 17.4 minuti ha chiuso con 8.8 punti, 3.1 rimbalzi, il 50.5% dal campo e il già citato 45% da 3 punti.
17/06/09
Semplicemente Siena
Questo post non lo dedicherò ai numeri. Le statistiche parlano ovviamente a favore di Siena e riportarle non farebbe altro che confermare ciò che il campo ci dice da ormai tre anni. C'è una squadra sola al comando, che probabilmente avrebbe chiuso la stagione imbattutta non fosse caduta in maniera inaspettata sul campo della retrocessa Fortitudo Bologna. E' una squadra figlia della programmazione, di un progetto tecnico con pochi eguali nel vecchio continente e di un'organizzazione societaria di prim'ordine. Il Montepaschi ha vinto anzi ha stravinto questi campionati prima del loro stesso inizio, costruendo la squadra e il suo staff tecnico in maniera scientifica e affidandosi agli uomini migliori sia in campo che fuori.
Non è un caso che i giocatori simbolo dei biancoverdi arrivino da compagini di media classifica (McIntyre, Stonerook, Kaukenas), non è un caso che gli arrivi dall'estero siano pianificati con mesi di anticipo (Lavrinovic), non è un caso che questa squadra lotti ad armi pari in Eurolega con compagini che possono contare su budget "calcistici" (CSKA, Panathinaikos,Olympiakos tanto per fare tre nomi). I primi tre anni di coach Pianigiani (preparatissimo, numero 1 in Italia oggi come oggi) si sono chiusi con altrettanti successi nel nostro campionato, guidando Siena ad un'altra Final Four di Eurolega e portando anche una Coppa Italia nella città del Palio.
La Crescita di Gasol
Non parlerò delle Finals, tutto sommato belle e certo più equilibrate di quello che dica il 4-1 finale. Non parlerò di Kobe, perchè sottolinearne la grandezza dopo che (finalmente) ha vinto un anello da leader tecnico ed emotivo sarebbe troppo facile; basterà dire che ha vinto da Bryant, zittendo chi, negli anni, ha criticato anche troppo il miglior giocatore del mondo (con LeBron d'accordo). Non parlerò di coach Jacks, perchè 10 titoli parlano da soli, anche se vinti allenando MJ, Kobe & Shaq, e di nuovo Kobe. Son sempre dieci anelli, uno per dito. Punto e a capo.
Gasol dopo un'eccellente stagione regolare (18.9 punti, 9.6 rimbalzi, 3.5 assist) ripete i suoi numeri nei Playoffs (18.3 punti, 10.8 rimbalzi, 2.6 assist) ma soprattutto è in grado di portare quel contributo che i Lakers gli chiedevano dopo le deludenti Finals del 2008. Già perchè rispetto alla serie contro i Celtics e in generale ai Playoffs (non proprio esaltanti) dello scorso anno, la crescita di Pau non si ferma agli 1.4 punti in più che ha segnato nella postseason; e certo non è il +1.5 nella media a rimbalzo a parlarci di un Gasol davvero convincente. Numeri importanti ovvio ma c'è di più.
C'è un giocatore che va più forte a rimbalzo (15.6% dei rimbalzi totali catturati, +2% rispetto allo scorso anno), sia in attacco (8.6% contro 8.0% del 2008) che soprattutto in difesa (22.5% di DRB%, +3.8% rispetto agli ultimi Playoffs). C'è un giocatore più deciso, che forse passa meno la palla (-1.5 assist a partita, -6.3% nella Assist Percentage) ma che attacca meglio, come testimonia un Offensive Rating di 124, salito di oltre 9 punti rispetto allo scorso anno. Percentuali decisamente migliori rispetto al passato, con i Career High nei Playoffs sia per True Shooting Percentage (62.2%) sia per la Percentuale Reale (58% netto). E c'è un difensore migliore, che vede crescere i suoi numeri in tutte le categorie statistiche (102 di Defensive Rating, +0.5% nella Block Percentage, +0.4% nella percentuale di possessi chiusi con un suo recupero difensivo). Tutti i dati in possesso ci parlano di un Gasol davvero migliorato e anche il PER di Hollinger lo dipenge come un giocatore sopra la media tanto in Regular Season (22.2, +0.6) quanto (se non soprattutto) nei Playoffs (21.9, +3 rispetto allo scorso anno).
04/06/09
Los Angeles Lakers
La stagione regolare dice un secco 2-0 a favore dei Magic e come detto per i Lakers sarà tutto meno che una passeggiata. Tuttavia l'esperienza, il fattore campo e la presenza di un go-to-guy come Kobe Bryant fanno pendere la bilancia dalla parte dei gialloviola. Lakers in 7 partite dunque. Un successo dei Magic comunque sarebbe molto meno sorprendente di quello che oggi pensa la grande maggioranza di appassionati ed analisti.
Orlando Magic
Nella postseason 2009 i Magic sono arrivati in fondo tirando con percentuali buone ma non eccezionali (46.5% dal campo, 36.7% da 3 punti, 73% ai liberi), senza surclassare le squadre affrontate (Sixers, Celtics e Cavs) nella lotta sotto i tabelloni (38.4 rimbalzi di media contro i 38.7 concessi agli avversari). Evidente che il segreto sia in una difesa che concede solo 93.7 punti a partita, con percentuali piuttosto basse (44.8% dal campo, 32.4% da 3 punti), forzando un buon numero di palle perse (13.5) e senza commettere troppi falli personali (21.2 PF/G di cui 4.6 a carico del solo Dwight Howard).
Eppure i problemi di falli per Howard sembrano "favorire" i Magic, che con Superman seduto segnerebbero molti più punti su ipotetici 100 possessi offensivi (120.3 punti contro 108.8), subendone meno per 100 possessi difensivi (103.6 contro 105.3); senza DH Orlando tira anche meglio dal campo (eFG% pari a 55.5% contro il 51.1% di percentuale reale con Howard in campo) e addirittura va meglio a rimbalzo (51.2% contro 49.2% di rimbalzi totali catturati). Numeri a dir poco clamorosi, che tuttavia sono facilmente intrepretabili: i minuti che Orlando gioca senza DH sono davvero pochi (meno di 10 in media) e le cifre sono senza dubbio gonfiate dal campione statistico piuttosto ridotto; non va poi dimenticato l'apporto di un eccellente lungo come Marcin Gortat (3.3 punti e 3.3 rimbalzi con il 73% dal campo in soli 11.4 minuti di media), per impatto uno dei migliori cambi in frontline di questi Playoffs.
La chiave resta comunque caricare di falli un giocatore che viaggia a 21.7 punti, 15.4 rimbalzi e 2.2 stoppate con il 62.2% dal campo; migliorato ai liberi (64.4% contro il 59.4% della Regular Season) e uomo decisivo nel generare raddoppi che possano liberare tiratori come Rashard Lewis (19.4 punti di media con il 46% dal campo e il 39.1% da 3) e Hedo Turkoglu (15.2 punti con il 37% abbondante da oltre l'arco). Occhio poi all'impatto di Mickael Pietrus, 10.5 punti venendo dalla panchina (ma 25.2 minuti di media per l'ex Pau) con percentuali piuttosto interessanti (48.5% di FG%, 39.3% nel tiro pesante).
L'avversario è durissimo. Per i Lakers sarà tutto tranne che una passeggiata.
29/05/09
Ancora Lui, Sempre Lui
28/05/09
Accoppiamento Indigesto
Seconda partita, secondo scontro. E' il 17 Marzo e Cleveland vince in casa per 97-93, dimostrando di essere la miglior squadra della Lega. Ilgauskas e West sono rientrati, Orlando tira con il 45.6% dal campo e con il 35.7% da 3 punti, Howard limitato a 13 punti dal rientro del lituano. Le previsioni fatte dopo la gara di fine Gennaio sembrano dunque confermate dal campo. Eppure Orlando perde di soli 4 punti una partita che tutto sommato gioca male, con Rashard Lewis che chiude con 6 punti e 3/15 dal campo e con un Lebron James "costretto" a una prova monstre da 43 punti, 12 rimbalzi e 8 assist per far vincere il suoi. Le notizie positive per i Cavs arrivano da Mo Williams, autore di 21 punti con 9/20 dal campo dopo la pessima prova del 29 Gennaio (12 punti ma solo il 26.7% di FG%).
La terza e ultima sfida della Regular Season si gioca ancora alla Amway Arena. Cleveland è lanciatissima verso il primo record della Lega, Orlando sta per chiudere una stagione super, tra le migliori della sua storia. Storia che non ha invece il match del 3 Aprile: i Magic dominano in lungo e in largo, e il punteggio(116-87) per una volta sarà lo specchio fedele di ciò che si è visto sul terreno di gioco. Orlando chiude la miniserie stagionale sul 2-1 ma in pochi pensano che questo sia un campanello d'allarme per i Cavs di Lebron. In fondo l'ultima partita è stata condizionata dalle strepitose percentuali dei Magic (53.7% dal campo, 48.1% da 3 punti) e dalla pessima giornata dei Cavs che chiuderanno con un pessimo 36.9% di FG%. Giornataccia, capita. Eppure Mo Williams conttinua a faticare, Ilga non riesce a limitare Howard (20+11 per DH), Orlando sembra avere le armi adatte per scardinare la difesa di Cleveland.
Eccoci finalmente alle finali di Conference. Doveva essere una passeggiata, gli imbattuti Cavs avrebbero dovuto spazzare via i balbettanti Magic costretti a gara-7 dai Boston Celtics orfani del loro leader Kevin Garnett. E invece la serie dice altro; almeno in questo momento. Non basta un immaginifico James da 42.3 punti, 7.3 rimbalzi, 7.3 assist e il 50.9% dal campo, un Lebron che ha anche evitato la seconda sconfitta casalinga con la clamorosa tripla allo scadere di gara-2. Orlando oggi è padrona della situazione, e sta superando i Cavs tirando con le seguenti percentuali: 49.3% dal campo, 42.9% da 3 punti. Buone certo, ma non esattamente eccezionali. Cleveland invece fa fatica, soprattutto al tiro: 44.2% di FG%, 26.1% da oltre l'arco. Cifre basse, che al momento condannano una squadra che perde meno palloni (12.8 contro 13.2) e va meglio a rimbalzo (38.3 contro 36), soprattutto in attacco (8.5 rimbalzi offensivi di media per i Cavs). Il tutto con super James dalla loro parte.
Stanotte una decisiva gara-5. Win or Go Home per i Cavs. Comunque andranno a finire partita e serie molti di noi dovranno ricredersi. La Regular Season diceva la verità: i Magic sono davvero un avversario scomodo per Lebron e compagni.
15/05/09
Quantità/Qualità
Una prima occhiata alle statistiche per partita ci dice che Smith segna quasi 3 punti in più rispetto al 2008 (15.2 contro 12.3), prende più rimbalzi (3.7 contro 2.1), passa meglio la palla (2.8 assist contro 1.7). In realtà il cambiamento del nostro amico Earl (questo il suo vero nome) passa soprattutto dal minutaggio: Smith gioca 27.7 minuti di media contro i 19.2 dello scorso anno (+8.5), il che lo ha portato a produrre un maggior numero di punti venendo dalla panchina anche tirando peggio della stagione 2008. J.R. infatti viaggia con il 44.6% di percentuale dal campo contro il 46.1% dello scorso anno il che non gli ha impedito di aumentare la sua media punti. Come? Semplice, tirando oltre 2 volte in più per partita (11.7 contro 9.1). Un dato oltretutto per niente influenzato dal tiro da 3 punti come dimostra il fatto che segni lo stesso numero di triple (2.2 contro 2.1) prese con lo stesso numero di tentativi (5.6 contro 5.3); le percentuali sono di conseguenza pressochè identiche: 40.3% di 3P% quest'anno, 39.7% nel 2008. Smith spara da oltre l'arco come lo scorso anno, semplicemente prende più tiri da 2 punti giocando un numero maggiore di minuti.
Che il rendimento dell'uomo da San Benedict's High School non sia così entusiasmante come molti pensano è confermato anche dai valori del Player Efficiency Rating: 22.8 nel 2007-2008, 20.9 quest'anno. La differenza è minima e questo non fa che avvalorare la nostra tesi: J.R. è quello dello scorso anno, semplicemente gioca di più. Le stesse cifre nei Playoffs sono piuttosto simili: lo scorso anno nei 27 minuti di media della serie contro i Lakers viaggiava a 18.3 punti di media; quest'anno in 26.9 minuti Smith realizza 16.3 punti. Numeri piuttosto vicini, considerato che probabilmente giocando un maggior numero di gare nella post-season 2008 le medie dell'ex guardia degli Hornets si sarebbero avvicinate a quelle attuali.
Dove è davvero migliorato Smith? A rimbalzo. Smith cattura 1.6 rimbalzi in più dello scorso anno, ma soprattutto cattura il 7.7% dei rimbalzi totali disponibili contro il 5.8% della precedente stagione. Miglioramente ben visibili anche nei Playoffs, dove rispetto al 2008 cattura i soliti 1.6 rimbalzi in più a gara (3.4 contro 1.8) giocando lo stesso numero di minuti.
Più minuti (quantità), migliore a rimbalzo (qualità): questo è il J.R. del 2009.
14/05/09
Il T-Mac d'Europa - Seconda Parte
13/05/09
Il T-Mac d'Europa - Prima Parte
McIntyre arriva in Europa nel 2003, scelto da coach Finelli e dal GM Alessandro Crovetti come il nuovo playmaker di Ferrara. La Carife disputa una stagione importante ma si scontra in semifinale contro la Virtus di Bologna, guidata dal duo ex NBA Charlie Smith-Rick Brunson. E' proprio il duello con Brunson a dare qualche dubbio su Terrell, autore di una Regular Season fantastica che chiuderà con cifre di assoluto valore: 17.3 punti, 3.1 rimbalzi, 3.5 assist, 56.6% da 2 punti, 46.5% da 3 e una OER (Efficienza Offensiva, sostanzialmente punti per possesso) pari a 1.11. Nello scontro contro l'ex guardia di Portland infatti, McIntyre soffrirà tantissimo nelle prime due partite (5 e 8 punti rispettivamente in gara 1 e gara 2) riprendendosi soltanto nella terza partita (25) con i buoi già scappati dalla stalla.
E' probabilmente questo il motivo per cui l'uomo da Clemson rimane il Legadue, dove firma un annuale con l'Upea Capo D'Orlando che gli affida le redini della squadra. Terrell sale ulteriormente di colpi, migliorando sostanzialmente in tutte le categorie statistiche e peggiorando solamente nella percentuale al tiro da 3 punti, scesa al 36% (ma quella da 2 arriverà a sfiorare il 60%!). In particolare è il numero di assist a crescere sensibilmente: 121 in 26 gare per una media di 4.7 ad allacciata di scarpe contro i 112 dell'anno precedente; si ma in 32 partite. L'Upea stravince il campionato e il piccolo playmaker americano (1,75m) può finalmente esordire in Lega A.
12/05/09
L'addizione decisiva?
Sul mercato dei Free Agent a credere in lui sono i Milawaukee Bucks che gli affidano la regia della squadra: 10.2 punti a partita e oltre 6 assist di media; non sarà Stockton (ecco che tornano i Jazz nel nostro racconto) ma per un secondo anno sono cifre discrete. La buona stagione non gli vale la conferma da regista titolare: dal Draft arriva infatti T.J. Ford, che conquista il posto di play titolare per la franchigia del Wisconsin. La stagione del nostro uomo è comunque buona e dirà alla fine 12.1 punti a partita, 4.0 assist, 2.5 rimbalzi. Sostanzialmente sono le cifre di T.J. che smazza 2.6 assist in più a gara, prende più rimbalzi ma realizza la stessa media punti e tirando con percentuali peggiori. C'è un però: gioca quasi 10 minuti di più a partita. Milwaukee riceve in estate un'offera importante per Ford (dai Raptors) e avendo in casa il nostro ragazzo decide di cedere il playmaker da Texas.
Tre uomini per un Premio
Supponiamo per un momento che il premio non sia ancora stato assegnato e consideriamo le cifre stagionali di tre giocatori che per mantenere anonimi (ma solo per un momento) chiameremo Giocatore A, Giocatore B, Giocatore C. I tre ragazzi in questione saranno tre dei nominati al premio di Most Improved Player del 2009. Vediamo dunque nel dettaglio i loro numeri:
- Giocatore A: 25.8 punti, 5.1 rimbalzi, 2.7 assist, 1.0 recuperi, 1.4 stoppate, 44.7% dal campo, 40.4% da 3 punti, 21.8 di Player Efficiency Rating (PER)
- Giocatore B: 25.3 punti, 6.5 rimbalzi, 2.8 assist, 1.3 recuperi, 0.7 stoppate, 47.6% dal campo, 42.2% da 3 punti, 20.8 di PER
- Giocatore C: 21.3 punti, 3.3 rimbalzi, 6.9 assist, 1.7 recuperi, 0.2 stoppate, 43.8% dal campo, 29.1% da 3 punti, 21.6 di PER
Come è certamente visibile da questi numeri la lotta per il titolo di MIP della stagione avrebbe dovuto vedere un testa a testa tra A e B, molto simili sia come pure cifre che come rendimento complessivo con qualche piccola differenza tuttavia non decisiva per il giudizio sul giocatore. C autore di un'eccellente stagione sembra abbastanza lontano (PER e assist a parte) dall'eccellenza dei primi due.
Scopriamo ora i nomi dei tre giocatori: A è Danny Granger, B è Kevin Durant, C è Devin Harris. Un testa a testa tra Granger e Durant? Vediamo la classifica stagionale del premio:
- Danny Granger, 48 voti come MIP e 364 punti totali
- Devin Harris, 43 voti come MIP e 323 punti totali
- Kevin Durant, 6 voti come MIP e 83 punti totali
Quindi Durant ha preso 42 voti come MIP meno di Granger, e un totale di 281 punti in meno rispetto all'ala dei Pacers; 37 voti e 240 punti in meno rispetto a Harris. Francamente inspiegabile. Perchè? Perchè a vincere non è il giocatore (A, B, C, D, o Z che sia) ma la squadra e quindi trionfa l'ala dei Pacers (36 W), secondo è il playmaker dei Nets (34 W) e terzo è l'esterno dei Thunder (solo 23 W).
Vi chiederete: lo straordinario Lebron James del 2009, avesse chiuso con il terzo/quarto record della Lega avrebbe vinto il premio di MVP? Se la vostra risposta è no o se avete anche il minimo dubbio avete la mia comprensione
I Playoffs di Rajon Rondo
Quest'anno è arrivato il salto di qualità, dimostrato da una Regular Season chiusa con i career-high per punti, rimbalzi, assist, recuperi, percentuale dal campo e percentuale da 3 punti. Davvero cresciuto. E l'inizio dei Playoffs non ha fatto che confermare i numeri e le impressioni della Regular Season.
Nel momento in cui scriviamo Rondo viaggia con 18.3 punti, 9.5 rimbalzi e 10.5 assist nella post-season. Praticamente una tripla doppia di media, il tutto senza essere necessariamente Lebron James. Migliorato anche nella percentuale dal campo rispetto ai Playoffs dello scorso anno (43% circa contro il 41% scarso dell'anno scorso), il suo score parla anche di 116 assist a fronte di sole 29 palle perse (davvero poche considerando il suo modo di giocare "spericolato") il tutto condito da 28 recuperi. Nettamente sopra la media anche secondo la valutazione del PER (20.8 contro il "normale" 15.8 della scorsa stagione).Cifre da campione.
Eppure si hanno ancora dei dubbi. Dubbi su un giocatore che non migliora, anzi peggiora nel tiro da fuori (37.5% di eFG% nel tiro in sospensione contro il 42.2% dello scorso anno), dubbi su un playmaker dalle discutibili percentuali in lunetta (64%), dubbi su un regista che sta venendo fuori prepotentemente all'interno di un contesto vincente, offensivo e difensivo, che ne copre i limiti e ne esalta le (notevoli) doti. Probabilmente solo il tempo e un contesto tecnico differente ci diranno la verità su questo giocatore.
Per adesso limitiamoci a dire che in contumacia Garnett il leader dei Celtics è lui: Rajon Rondo da Louisville signori. Davvero sorprendente