20/06/09

NBA Draft, 20th - 16th

Terzo post dedicato alla presentazione del Draft NBA. Oggi mi occupo di quei giocatori che al momento potrebbero essere selezionati tra la sedicesima e la ventesima chiamata. Tra gli altri, il duo dei Tar Heels campioni NCAA Lawson-Hansbrough.


Tyler Hansbrough, 6-9, PF, UNC - L'uomo dei record, almeno a livello NCAA. Hansbrough si presenta al Draft con numeri importanti ma dopo aver scritto pagine storiche del campionato collegiale arriva alla notte di New York senza aver del tutto cancellato i dubbi su un potenziale da molti considerato limitato. Parliamo di un'ala grande dalle eccellenti capacità realizzative, forte a rimbalzo, duro, un agonista. Ma anche di un giocatore probabilmente piccolo per le aree NBA (2,04m), con un arsenale offensivo che andrà valutato quando entrerà nella Lega, dove non avrà lo strapotere tecnico-fisico che ne ha fatto per anni un dominatore a livello universitario. Tuttavia le qualità, l'impegno, l'essere un lavoratore con pochissimi eguali non potranno farlo scendere più di tanto e sarà quasi certamente uno dei primi 20 nomi ad uscire dalla bocca di David Stern. Estremamente produttivo in attacco (124.0 il suo Offensive Rating), è un lungo che non ha paura del contatto fisico, guadagna tantissimi falli (7.9 per 40 minuti di gioco, quarto a livello NCAA nella classifica guidata da Blake Griffin) e concretizza dalla lunetta (84.1% ai liberi). Lo paragonano a Millsapp, qualcuno si spinge fino al nome di Luis Scola. Io dico che potrebbe essere un Corliss Williamson bianco. Nell'anno da senior 20.7 punti, 8.1 rimbalzi, 51.2% dal campo, 30.4 di Player Efficiency Rating.

B.J.Mullens, C, 7-0, Ohio State - Primo pivot che presentiamo in questo draft, giocatore di cui non sono propriamente innamorato. Grande fisico (già adesso siamo a livelli NBA), buonissime mani per finire, atleta, stoppatore e i classici 213 cm che non si insegnano. Al momento non è un giocatore di post, difensivamente da costruire, anche in attacco non produce tantissimo. Oggi non scommetterei un centesimo su un suo futuro da grande nella NBA ma non spendere una scelta di metà primo giro su uno con quel pacchetto fisico-atletico è francamente difficile. E le mani sono davvero morbide, cosa che ha spinto molti a paragonarlo a Kaman. Nella sua stagione a Ohio State 8.8 punti, 4.7 rimbalzi, 1.1 stoppate con il 63.8% di percentuale reale e il 6.8% di Blk%.

Terrence Williams, 6-6, SG/SF, Louisville - Parliamo probabilmente del miglior senior disponibile in questo Draft. Giocatore completo, sa fare più o meno tutto. Buonissimo repertorio in attacco (ma non è un realizzatore), fisico super, atleta, più che discreto trattatore del pallone, Williams è anche un passatore solido (27% di Assist Rate) e il giocatore ideale da mettere sulle linee di passaggio (3.9% di Steal%, 60esimo in tutta la NCAA). Miglior rimbalzista nella squadra di Samuels e Clark (giocando sostanzialmente da esterno), è comunque un tiratore di liberi sospetto (58.1%, pochino per giocare guardia nella NBA), a volte sembra fuori controllo. Vale comunque una scelta tra le prime 16-17, non mi sorprenderei se qualcuno potesse sceglierlo anche più in alto. A Louisville sotto coach Pitino 12.5 punti, 8.6 rimbalzi, 5.0 assist, 2.3 recuperi, 38.5% da 3 punti.

Ty Lawson, 5-11, PG, UNC - Continuo a credere che sia stato il miglior giocatore dell'ultimo campionato NCAA. Playmaker, forte fisicamente nonostante l'assenza di centimetri (1,80m, forse), realizzatore, tiratore, gestore del ritmo e dei possessi senza eguali a livello universitario. La guida perfetta per la macchina di coach Williams, esaltato dai ritmi alti cui hanno giocato, anzi hanno dominato i Tar Heels versione 2009. Esagero: in alcune partite mi ha ricordato Chris Paul (ma non è il fenomeno degli Hornets). Il talento è lì da vedere. Eppure c'è qualcosa di lui che ancora non convince gli scout NBA. Senza dubbio un giocatore piccolo, anche per la posizione di playmaker, si hanno delle perplessità (per carità legittime) sul suo effettivo rendimento in un sistema che fa correre di meno rispetto a quello di Carolina e sulle sue doti difensive, sotto il par onestamente parlando. Primo d'America per produzione offensiva (ORtg 134.3!), 15esimo per True Shooting Percentage (60.7%), 20esimo per Assist Rate (35.6%), miglioratissimo nel tiro da 3 punti (47.2% su oltre 3 tentativi per partita). Fosse per me verrebbe chiamato tra i primi dieci. Nell'ultimo anno 16.6 punti, 3.0 rimbalzi, 6.6 assist, 2.1 recuperi e il 56% netto nel tiro da 2 punti.


James Johnson, 6-7, SF, Wake Forest - C'è chi lo paragona a Danny Granger. Senza dubbio parliamo di un'ala dal grande istinto per il gioco, di un giocatore che sa segnare, sa andare a rimbalzo, sa difendere. Il ragazzo unisce ad un discreto atletismo un' "apertura alare" di 2,15m, cosa che lo rende uno stoppatore di assoluto livello e una small forward di fatto più alta dei suo 201 centimetri. Da qui a paragonarlo alla stella dei Pacers però ce ne passa. Tiro da migliorare, in generale deve crescere come giocatore perimetrale per avere davvero impatto giocando da numero 3 nella NBA. Difficile comunque passare il suo nome, potrebbe essere uno dei grandi giocatori del prossimo Draft tra quelli che al momento non sono sotto i riflettori. A Wake Forest un secondo anno da 15.0 punti, 8.5 rimbalzi, 1.5 stoppate, 1.4 recuperi e il 54.2% al tiro (ma solo il 31.9% da 3 punti).

19/06/09

NBA Draft 2009, 25th - 21st

Proseguo con l'analisi del Draft NBA. Tra i ragazzi che presento oggi anche Teague e Young, considerati da molti analisti giocatori di sicuro impatto a livello NBA.


Chase Budinger, 6-7, SG, Arizona - Ciò che convince di lui è allo stesso tempo...quello che non convince: tiratore super, grande atleta, IQ cestistico sopra la media ma anche dubbi sulle sue doti in difesa e perplessità su un arsenale offensivo che appare limitato (tiro a parte). Sembra più l'identikit di uno specialista ed è ciò che probabilmente porterà quello che è il miglior catch-and-shooter del prossimo Draft ad una chiamata sotto la numero 15. Atleta importante anche per la NBA (non lo direste ad una prima occhiata), è anche un rimbalzista interessante (6.2 di media quest'anno) e un passatore solido (3.4 assist non giocando esattamente da playmaker). Nell'anno da Junior ad Arizona 18.0 punti e il 39.9% da 3 punti.

Darren Collison, 6-1, PG, UCLA - Cominciamo col dire che è un playmaker. Insomma non è la classica guardia costretta a giocare in PG per mancanza di centimetri. Collison piace per la capacità di decisione sotto pressione, il trattamento della palla, il fatto che nell'ultima stagione sia migliorato nel tiro dalla lunga distanza (39.4%). E' comunque un giocatore piuttosto piccolo (1,84m) non esattamente esplosivo e che deve ancora convincere nelle percentuali dalla lunga (vero che tira con quasi il 40% ma con soli 3.0 tentativi da oltre l'arco per partita). Buon tiratore di liberi si avranno fino all'ultimo dubbi sulle possibilità che un giocatore così poco fisico abbia impatto a livello pro. A UCLA ha chiuso il 2009 a 14.4 punti, 4.7 assist, 2.4 rimbalzi e 1.6 recuperi.


Sam Young, 6-6, SF, Pittsburgh - E' senza dubbio tra i giocatori più interessanti del basso primo giro. Sostanzialmente un 3-4 molto fisico (ma sarà impossibile vederlo giocare da 4 nella NBA a 1,97m) adatto al ruolo dello "specialista difensivo che non ti danneggia in attacco". Sa fare canestro, sa giocare il post medio, sa utilizzare i suoi muscoli, sa andare a rimbalzo. Limiti? Probabilmente oggi non è nè un numero 3 nè un numero 4, e continua a destare sospetti il suo raggio di tiro (limitato per un'ala piccola) nonostante i miglioramenti del suo senior year (37.2% dalla lunga su oltre 4 tentativi di media). C'è chi lo paragona a Posey, al college è stato un buon realizzatore certamente efficacie in difesa. Ha chiuso la carriera universitaria a 19.2 punti e 6.3 rimbalzi con il 55.2% da 2 punti.


Jeff Teague, 6-2, PG/SG, Wake Forest - Partiamo da un presupposto: il giocatore non mi fa impazzire. Non ho mai amato particolarmente coloro che giocano nella posizione di playmaker senza essere dei veri registi. Senza dubbio Teague è un tiratore (molto buono oltretutto), meglio un realizzatore, capace di far canestro in tanti maniere diverse e di finire con il contatto nonostante sia "solo" 1,86m. Ma non è assolutamente un playamaker. Chi lo prende avrà in mano un giocatore di grandissimo talento ma che al momento ha problemi di decision making, perde tanti, troppi palloni, e che ha difficoltà a gestire la squadra nei momenti clou della partita. Le sue quotazioni sono scese in maniera importante dopo l'eliminazione di Wake Forest dal torneo NCAA. Il talento però c'è tutto accompagnato da un atletismo sopra la media per la posizione che ricopre; difficile che non venga scelto tra la decima e la ventesima/ventunesima posizione. Nel suo sophomore year 18.8 punti, 3.3 rimbalzi, 3.5 assist, 44.1% da 3 punti ma anche 3.4 palle perse di media.

Eric Maynor, 6-3, PG, VCU - Ecco questo è un playmaker. Il talento puro non sarà quello di Teague ma Maynor è senza dubbio un regista in grado di guidare una squadra. Il ragazzo è un eccellente giocatore di pick'n'roll, buonissimo trattatore della palla, capace di finire nel traffico e dotato di un buonissimo "mid-range-game". Mi ricorda un Andre Miller realizzatore, anche se forse il paragone più indicato è quello di un Chauncey Billups con meno tiro perimetrale. Eccellente passatore (sesto assoluto nella classifica NCAA della Assist Rate), ha delle lacune nel tiro da fuori, per altro migliorabili (ha tirato con il 36.1% da 3 nel suo anno da Senior su 5.4 tentativi a partita). Difensivamente deve migliorare, alcuni scouting report parlano addirittura di fondamentali difensivi tutti da costruire. Non un atleta spaventoso ma neanche Brian Scalabrine. L'ho visto una sola volta contro UCLA (quando per altro sfiorò con la sua VCU l'impresa ai danni dei Bruins) e mi è piaciuto molto. Le statistiche dicono: 22.4 punti, 3.6 rimbalzi, 6.2 assist con il 51.6% nel tiro da 2 punti.

18/06/09

NBA Draft 2009, 30th - 26th

Oggi comincio a presentare il Draft NBA 2009. A circa sette giorni dalla notte delle scelte, posterò numeri e impressioni sui giocatori da primo giro, utilizzando come riferimento il mock di DraftExpress. Partiremo con l'analisi di coloro che dovrebbero essere scelti alle ultime chiamate del primo round fino ad arrivare alla numero 1, dove salvo clamorose sorprese verrà selezionato Blake Griffin.

Rodrigue Beaubois, 6-2, PG, Cholet (FRA) - Francese della Guadalupa, playmaker (oddio playmaker) dalle importanti doti fisico-atletiche ed eccellente difensore uno contro uno. Rapido, veloce, buonissimo trattatore della palla, capace di finire vicino a canestro anche con il contatto fisico; di lui non convince la continuità al tiro: possiede senza dubbio range da oltre i 7 metri ma nell'ultima stagione ha tirato da 3 con il 31.7% peggiorando e non di poco il super 47.4% dello scorso anno. Potrebbe essere il nuovo Rajon Rondo così come l'erede di Morlende. Quest'anno nel campionato francese 10.0 punti, 2.5 rimbalzi e 2.3 assist con il 63.3% da 2 punti.

Jonas Jerebko, 6-9, SF, Angelico Biella (ITA) - Fisico molto interessante, atletismo sopra la media, centimetri, tiro. La descrizione dello svedese d'Italia è piuttosto semplice e i progressi mostrati nell'ultima stagione non sono sfuggiti agli scout NBA. Migliorato al tiro (è passato dal 48.9% dal campo al 50.7% e dal 26.8% al 35.7% nel tiro pesante), cresciuto a rimbalzo (5.5 di media giocando tanto da ala piccola) ormai a suo agio nella posizione di Small Forward. Potrebbe andare alla fine del primo giro o al massimo essere una delle prime chiamate del secondo. La stagione 2009 l'ha chiusa a 9.2 punti, 5.5 rimbalzi e 1.2 recuperi in 25.5 minuti di media.

Wayne Ellington, 6-4, SG, UNC - Azzardiamo: scendesse così in basso uno dei possibili furti del prossimo Draft. Tiratore eccellente, buonissimo atleta, rimbalzista sottovalutato e ottimo in-between-game. Di lui non convince la taglia (cmq 1,93m forse di più) e la capacità di finire nel traffico delle aree NBA. Eppure l'eccellente stagione appena conclusa avrebbe dovuto cancellare più di un dubbio nei suoi confronti, vero leader (con Ty Lawson) dei Tar Heels campioni NCAA. Nell'ultima anno a North Carolina 15.8 punti, 4.9 rimbalzi, 2.7 assist, 41.7% da 3 punti e 123.1 di Offensive Rating.

Nick Calathes, 6-5, PG, Florida - Problema: ha firmato un triennale con il Panathinaikos, difficile per non dire impossibile vederlo presto nella NBA. Playmaker vero, alto, tiratore affidabile, non ha certo convinto gli scout per il suo atletismo o per la forza fisica. Si parla di lui come di un Calderon con qualche centimetro in più; personalmente mi ricorda più Sarunas Jasikevicius. Interessantissimo il dato dell'Assist Rate (numero di assistenze diviso per i canestri dal campo dei compagni di squadra): 36.6%, 18esimo a livello NCAA, primo dei grandi nomi in questa classifica. A Florida un'eccellente annata da 17.2 punti, 5.3 rimbalzi, 6.4 assist con il 55.5% da 2 punti e il 39% netto da 3.


Omri Casspi, 6-8, SF, Maccabi Tel Aviv (ISR) - Dopo Lior Elyahu ecco un altro prospetto da primo giro made in Israele. Ala piccola o numero 4 tattico, Casspi ha impressionato favorevolmente gli scout grazie al suo fiuto per il canestro, la capacità di generare miss-match a suo favore e il grande gioco senza palla, forse il suo vero punto di forza. A destare qualche perplessità è invece il suo tiro da 3 punti: quest'anno ha tirato con il 45% netto nel campionato israeliano ma con poco più di un tentativo per partita (1.3 per la precisione). E le percentuali vanno e vengono: lo scorso anno con un numero di tentativi comparabile tirò con il 28.6% da oltre l'arco. Dubbi anche nella sua difesa cosiddetta "off-the-ball", certo migliorabile grazie al suo atletismo, alla velocità di piedi e ad un'apertura alare che di fatto lo rende un giocatore di 2,06-2,07m(in realtà Omri è circa 2,02m). Paragonato a Viktro Khryapa (anche se sembra meno forte fisicamente rispetto al giocatore russo) quest'anno in 17.4 minuti ha chiuso con 8.8 punti, 3.1 rimbalzi, il 50.5% dal campo e il già citato 45% da 3 punti.

17/06/09

Semplicemente Siena

Dedico un po' di spazio anche al mio campionato. La Serie A italiana si è chiusa con il trionfo della Montepaschi Siena, che con il successo netto (4-0) sull'Armani Jeans Milano vince il suo terzo scudetto consecutivo, riuscendo in un'impresa che mancava dal triennio 93-95, gli anni dell'ultimo three-peat del nostro basket firmato dalla Virtus Bologna che fu di Messina prima (1993) e di Bucci poi (1994 e 1995).
E' stata una finale praticamente senza storia, dominata in lungo e in largo da Siena capace di vincere anche la gara giocata peggio, la numero 3. Milano paga quello che hanno pagato negli anni le avversarie (più o meno credibili) della compagine toscana: meno talento, meno organizzazione, meno qualità nelle rotazioni.
Questo post non lo dedicherò ai numeri. Le statistiche parlano ovviamente a favore di Siena e riportarle non farebbe altro che confermare ciò che il campo ci dice da ormai tre anni. C'è una squadra sola al comando, che probabilmente avrebbe chiuso la stagione imbattutta non fosse caduta in maniera inaspettata sul campo della retrocessa Fortitudo Bologna. E' una squadra figlia della programmazione, di un progetto tecnico con pochi eguali nel vecchio continente e di un'organizzazione societaria di prim'ordine. Il Montepaschi ha vinto anzi ha stravinto questi campionati prima del loro stesso inizio, costruendo la squadra e il suo staff tecnico in maniera scientifica e affidandosi agli uomini migliori sia in campo che fuori.
Non è un caso che i giocatori simbolo dei biancoverdi arrivino da compagini di media classifica (McIntyre, Stonerook, Kaukenas), non è un caso che gli arrivi dall'estero siano pianificati con mesi di anticipo (Lavrinovic), non è un caso che questa squadra lotti ad armi pari in Eurolega con compagini che possono contare su budget "calcistici" (CSKA, Panathinaikos,Olympiakos tanto per fare tre nomi). I primi tre anni di coach Pianigiani (preparatissimo, numero 1 in Italia oggi come oggi) si sono chiusi con altrettanti successi nel nostro campionato, guidando Siena ad un'altra Final Four di Eurolega e portando anche una Coppa Italia nella città del Palio.
I numeri per una volta sono quelli dei trofei. E ci dicono tutto. Per battere questo Montepaschi si deve partire da lontano. Come Siena appunto.

La Crescita di Gasol

Torno sul blog dopo circa 10 giorni di assenza. I Lakers sono dunque tornati al successo; è tornato al successo Bryant, il primo senza Shaq; è tornato al successo Phil Jackson, il decimo anello che vale il record assoluto per un allenatore NBA.
Non parlerò delle Finals, tutto sommato belle e certo più equilibrate di quello che dica il 4-1 finale. Non parlerò di Kobe, perchè sottolinearne la grandezza dopo che (finalmente) ha vinto un anello da leader tecnico ed emotivo sarebbe troppo facile; basterà dire che ha vinto da Bryant, zittendo chi, negli anni, ha criticato anche troppo il miglior giocatore del mondo (con LeBron d'accordo). Non parlerò di coach Jacks, perchè 10 titoli parlano da soli, anche se vinti allenando MJ, Kobe & Shaq, e di nuovo Kobe. Son sempre dieci anelli, uno per dito. Punto e a capo.
Occhi puntati allora su Pau Gasol, al primo titolo NBA di una carriera ricca di successi. Pau entra nella storia come il primo giocatore europeo davvero determinante nella conquista di un anello, il secondo violino dei Lakers campioni.
Gasol dopo un'eccellente stagione regolare (18.9 punti, 9.6 rimbalzi, 3.5 assist) ripete i suoi numeri nei Playoffs (18.3 punti, 10.8 rimbalzi, 2.6 assist) ma soprattutto è in grado di portare quel contributo che i Lakers gli chiedevano dopo le deludenti Finals del 2008. Già perchè rispetto alla serie contro i Celtics e in generale ai Playoffs (non proprio esaltanti) dello scorso anno, la crescita di Pau non si ferma agli 1.4 punti in più che ha segnato nella postseason; e certo non è il +1.5 nella media a rimbalzo a parlarci di un Gasol davvero convincente. Numeri importanti ovvio ma c'è di più.
C'è un giocatore che va più forte a rimbalzo (15.6% dei rimbalzi totali catturati, +2% rispetto allo scorso anno), sia in attacco (8.6% contro 8.0% del 2008) che soprattutto in difesa (22.5% di DRB%, +3.8% rispetto agli ultimi Playoffs). C'è un giocatore più deciso, che forse passa meno la palla (-1.5 assist a partita, -6.3% nella Assist Percentage) ma che attacca meglio, come testimonia un Offensive Rating di 124, salito di oltre 9 punti rispetto allo scorso anno. Percentuali decisamente migliori rispetto al passato, con i Career High nei Playoffs sia per True Shooting Percentage (62.2%) sia per la Percentuale Reale (58% netto). E c'è un difensore migliore, che vede crescere i suoi numeri in tutte le categorie statistiche (102 di Defensive Rating, +0.5% nella Block Percentage, +0.4% nella percentuale di possessi chiusi con un suo recupero difensivo). Tutti i dati in possesso ci parlano di un Gasol davvero migliorato e anche il PER di Hollinger lo dipenge come un giocatore sopra la media tanto in Regular Season (22.2, +0.6) quanto (se non soprattutto) nei Playoffs (21.9, +3 rispetto allo scorso anno).
A quasi 29 anni il ragazzo di Saint Boi De Llobregat è finalmente giunto alla completa maturazione. E' ovviamente il titolo di Kobe, e sicuramente ricordermo il decimo alloro per coach Jackson. Ma la crescita di Gasol è stata determinante. Quell'anello se lo merita davvero.