I favoriti restano comunque loro. Phil Jackson (giunto alla dodicesima finale della sua gloriosa carriera) e i suoi arrivano dove tutti li aspettavamo. Fattore campo dalla loro parte, esperienza e ovviamente Kobe Bryant: difficile darli sconfitti.
I Lakers arrivano alle Finals dopo esser stati il terzo miglior attacco (114.5 di Offensive Rating) e la quinta miglior difesa (Defensive Rating 106.1) della stagione regolare, terzo attacco (113.2) e quarta difesa (ancora DRtg pari a 106.1) dei Playoffs. Una squadra come detto nel post precedente che gioca su ritmi alti ma non proprio elevatissimi (Pace Rating 90.8, quarto dei Playoffs) costruita attorno al talento dei suoi singoli che ne fanno una squadra da oltre 100 punti a serata (102.9 per la precisione) con percentuali simili a quelle dei prossimi avversari per il titolo (46.7% dal campo con un buonissimo 37.9% da 3 punti). Ciò che troppi sottovalutano è la difesa di Los Angeles, che concede agli avversari 96.3 punti per partita con percentuali piuttosto basse (42.9% dal campo, 31.3% da oltre l'arco) e forzando 14.4 palle perse a incontro (Turnovers Percentage pari al 15%). Dove i Lakers sono davvero forti è a rimbalzo: la squadra è ricca di atleti, piena di giocatori oltre i 2,03m e ha in Kobe non solo un grandissimo realizzatore e leader ma anche una guardia che va fortissimo a rimbalzo (5.3 di media, terzo nella squadra). Il risultato è quello di una squadra che cattura 42.4 rimbalzi a serata, il 70% dei rimbalzi difensivi disponibili e il 29% abbondante di quelli offensivi. Contro di loro ci sarà un avversario altrettanto forte sotto i tabelloni (Orlando cattura il 75% dei rimbalzi difensivi disponibili) ma senza dubbio alla prova del nove contro una delle migliori squadre della Lega sotto i tabelloni.
Alla guida della macchina gialloviola quello che per molti resta il miglior giocatore della NBA. Kobe, alla sua sesta finale NBA, viaggia nei Playoffs 2009 a 29.6 punti, 4.9 assist e 5.3 rimbalzi di media, con il 46.6% dal campo e un discreto 34.6% nel tiro pesante. Vicino a lui un Gasol davvero convincente da 18.2 punti, 11.3 rimbalzi e 2.0 stoppate ad allacciata di scarpe. Il giocatore barometro resta comunque il vecchio Lamar Odom: 12.0 punti, 9.5 rimbalzi e 2.1 assist per l'ex giocatore dei Clippers. Quando segna oltre 15 punti i Lakers sono quasi perfetti (5-1 in questa post-season, sconfitti solo a Salt Lake City) ed è soprattutto l'uomo deputato alla marcatura di Rashard Lewis, uno dei pochi numeri 4 della lega capace di accoppiarsi con l'ala dei Magic e non soffrirne l'atipicità. E Bynum? Certamente il giovane pivot di Jackson avrà un ruolo più importante rispetto a quello ricoperto in questi Playoffs (decisamente incolori per Andrew). Il suo apporto (soprattutto offensivo) sarà determinante per caricare di falli Dwight Howard e al tempo stesso evitare la scomoda marcatura Gasol-Howard. Finora Bynum viaggia a 6.3 rimbalzi, 3.6 rimbalzi e il 49% dal campo in 16.9 minuti. Numeri destinati a salire; almeno questo sperano i Lakers.
La stagione regolare dice un secco 2-0 a favore dei Magic e come detto per i Lakers sarà tutto meno che una passeggiata. Tuttavia l'esperienza, il fattore campo e la presenza di un go-to-guy come Kobe Bryant fanno pendere la bilancia dalla parte dei gialloviola. Lakers in 7 partite dunque. Un successo dei Magic comunque sarebbe molto meno sorprendente di quello che oggi pensa la grande maggioranza di appassionati ed analisti.
La stagione regolare dice un secco 2-0 a favore dei Magic e come detto per i Lakers sarà tutto meno che una passeggiata. Tuttavia l'esperienza, il fattore campo e la presenza di un go-to-guy come Kobe Bryant fanno pendere la bilancia dalla parte dei gialloviola. Lakers in 7 partite dunque. Un successo dei Magic comunque sarebbe molto meno sorprendente di quello che oggi pensa la grande maggioranza di appassionati ed analisti.