04/06/09

Los Angeles Lakers

I favoriti restano comunque loro. Phil Jackson (giunto alla dodicesima finale della sua gloriosa carriera) e i suoi arrivano dove tutti li aspettavamo. Fattore campo dalla loro parte, esperienza e ovviamente Kobe Bryant: difficile darli sconfitti.

I Lakers arrivano alle Finals dopo esser stati il terzo miglior attacco (114.5 di Offensive Rating) e la quinta miglior difesa (Defensive Rating 106.1) della stagione regolare, terzo attacco (113.2) e quarta difesa (ancora DRtg pari a 106.1) dei Playoffs. Una squadra come detto nel post precedente che gioca su ritmi alti ma non proprio elevatissimi (Pace Rating 90.8, quarto dei Playoffs) costruita attorno al talento dei suoi singoli che ne fanno una squadra da oltre 100 punti a serata (102.9 per la precisione) con percentuali simili a quelle dei prossimi avversari per il titolo (46.7% dal campo con un buonissimo 37.9% da 3 punti). Ciò che troppi sottovalutano è la difesa di Los Angeles, che concede agli avversari 96.3 punti per partita con percentuali piuttosto basse (42.9% dal campo, 31.3% da oltre l'arco) e forzando 14.4 palle perse a incontro (Turnovers Percentage pari al 15%). Dove i Lakers sono davvero forti è a rimbalzo: la squadra è ricca di atleti, piena di giocatori oltre i 2,03m e ha in Kobe non solo un grandissimo realizzatore e leader ma anche una guardia che va fortissimo a rimbalzo (5.3 di media, terzo nella squadra). Il risultato è quello di una squadra che cattura 42.4 rimbalzi a serata, il 70% dei rimbalzi difensivi disponibili e il 29% abbondante di quelli offensivi. Contro di loro ci sarà un avversario altrettanto forte sotto i tabelloni (Orlando cattura il 75% dei rimbalzi difensivi disponibili) ma senza dubbio alla prova del nove contro una delle migliori squadre della Lega sotto i tabelloni.

Alla guida della macchina gialloviola quello che per molti resta il miglior giocatore della NBA. Kobe, alla sua sesta finale NBA, viaggia nei Playoffs 2009 a 29.6 punti, 4.9 assist e 5.3 rimbalzi di media, con il 46.6% dal campo e un discreto 34.6% nel tiro pesante. Vicino a lui un Gasol davvero convincente da 18.2 punti, 11.3 rimbalzi e 2.0 stoppate ad allacciata di scarpe. Il giocatore barometro resta comunque il vecchio Lamar Odom: 12.0 punti, 9.5 rimbalzi e 2.1 assist per l'ex giocatore dei Clippers. Quando segna oltre 15 punti i Lakers sono quasi perfetti (5-1 in questa post-season, sconfitti solo a Salt Lake City) ed è soprattutto l'uomo deputato alla marcatura di Rashard Lewis, uno dei pochi numeri 4 della lega capace di accoppiarsi con l'ala dei Magic e non soffrirne l'atipicità. E Bynum? Certamente il giovane pivot di Jackson avrà un ruolo più importante rispetto a quello ricoperto in questi Playoffs (decisamente incolori per Andrew). Il suo apporto (soprattutto offensivo) sarà determinante per caricare di falli Dwight Howard e al tempo stesso evitare la scomoda marcatura Gasol-Howard. Finora Bynum viaggia a 6.3 rimbalzi, 3.6 rimbalzi e il 49% dal campo in 16.9 minuti. Numeri destinati a salire; almeno questo sperano i Lakers.
La stagione regolare dice un secco 2-0 a favore dei Magic e come detto per i Lakers sarà tutto meno che una passeggiata. Tuttavia l'esperienza, il fattore campo e la presenza di un go-to-guy come Kobe Bryant fanno pendere la bilancia dalla parte dei gialloviola. Lakers in 7 partite dunque. Un successo dei Magic comunque sarebbe molto meno sorprendente di quello che oggi pensa la grande maggioranza di appassionati ed analisti.

Orlando Magic

Nella notte partiranno le NBA Finals 2009. A sfidare i favoritissimi Los Angeles Lakers saranno dunque gli Orlando Magic di Stan Van Gundy, sorpresa (ma non troppo) uscita dall'urna della Eastern Conference. Seconda finale della storia per i Magic, squadra completa, ben organizzata e senza nulla da perdere. Gli ingredienti per l'impresa ci sono tutti.
Orlando arriva alla finale dopo una stagione decisamente importante: nono attacco della Lega per Offensive Rating (111.7), addirittura primi nella NBA a livello difensivo (DRtg pari a 103.0). Numeri che ritroviamo all'interno di Playoffs davvero eccellenti, dove i Magic sono stati il quinto attacco assoluto (ORtg 112.0) e si sono confermati come una delle migliori (se non la migliore) difesa della Lega (Efficienza Difensiva pari a 104.7). Una pallacanestro dai ritmi non altissimi ma comunque efficacie, con circa 89 possessi (88.7) per 48 minuti di gioco. Da questo punto di vista non dovrebbe soffrire il basket dei Lakers, squadra con un Pace Rating abbastanza simile (90.7).
Nella postseason 2009 i Magic sono arrivati in fondo tirando con percentuali buone ma non eccezionali (46.5% dal campo, 36.7% da 3 punti, 73% ai liberi), senza surclassare le squadre affrontate (Sixers, Celtics e Cavs) nella lotta sotto i tabelloni (38.4 rimbalzi di media contro i 38.7 concessi agli avversari). Evidente che il segreto sia in una difesa che concede solo 93.7 punti a partita, con percentuali piuttosto basse (44.8% dal campo, 32.4% da 3 punti), forzando un buon numero di palle perse (13.5) e senza commettere troppi falli personali (21.2 PF/G di cui 4.6 a carico del solo Dwight Howard).
Eppure i problemi di falli per Howard sembrano "favorire" i Magic, che con Superman seduto segnerebbero molti più punti su ipotetici 100 possessi offensivi (120.3 punti contro 108.8), subendone meno per 100 possessi difensivi (103.6 contro 105.3); senza DH Orlando tira anche meglio dal campo (eFG% pari a 55.5% contro il 51.1% di percentuale reale con Howard in campo) e addirittura va meglio a rimbalzo (51.2% contro 49.2% di rimbalzi totali catturati). Numeri a dir poco clamorosi, che tuttavia sono facilmente intrepretabili: i minuti che Orlando gioca senza DH sono davvero pochi (meno di 10 in media) e le cifre sono senza dubbio gonfiate dal campione statistico piuttosto ridotto; non va poi dimenticato l'apporto di un eccellente lungo come Marcin Gortat (3.3 punti e 3.3 rimbalzi con il 73% dal campo in soli 11.4 minuti di media), per impatto uno dei migliori cambi in frontline di questi Playoffs.
La chiave resta comunque caricare di falli un giocatore che viaggia a 21.7 punti, 15.4 rimbalzi e 2.2 stoppate con il 62.2% dal campo; migliorato ai liberi (64.4% contro il 59.4% della Regular Season) e uomo decisivo nel generare raddoppi che possano liberare tiratori come Rashard Lewis (19.4 punti di media con il 46% dal campo e il 39.1% da 3) e Hedo Turkoglu (15.2 punti con il 37% abbondante da oltre l'arco). Occhio poi all'impatto di Mickael Pietrus, 10.5 punti venendo dalla panchina (ma 25.2 minuti di media per l'ex Pau) con percentuali piuttosto interessanti (48.5% di FG%, 39.3% nel tiro pesante).
L'avversario è durissimo. Per i Lakers sarà tutto tranne che una passeggiata.