04/06/09

Orlando Magic

Nella notte partiranno le NBA Finals 2009. A sfidare i favoritissimi Los Angeles Lakers saranno dunque gli Orlando Magic di Stan Van Gundy, sorpresa (ma non troppo) uscita dall'urna della Eastern Conference. Seconda finale della storia per i Magic, squadra completa, ben organizzata e senza nulla da perdere. Gli ingredienti per l'impresa ci sono tutti.
Orlando arriva alla finale dopo una stagione decisamente importante: nono attacco della Lega per Offensive Rating (111.7), addirittura primi nella NBA a livello difensivo (DRtg pari a 103.0). Numeri che ritroviamo all'interno di Playoffs davvero eccellenti, dove i Magic sono stati il quinto attacco assoluto (ORtg 112.0) e si sono confermati come una delle migliori (se non la migliore) difesa della Lega (Efficienza Difensiva pari a 104.7). Una pallacanestro dai ritmi non altissimi ma comunque efficacie, con circa 89 possessi (88.7) per 48 minuti di gioco. Da questo punto di vista non dovrebbe soffrire il basket dei Lakers, squadra con un Pace Rating abbastanza simile (90.7).
Nella postseason 2009 i Magic sono arrivati in fondo tirando con percentuali buone ma non eccezionali (46.5% dal campo, 36.7% da 3 punti, 73% ai liberi), senza surclassare le squadre affrontate (Sixers, Celtics e Cavs) nella lotta sotto i tabelloni (38.4 rimbalzi di media contro i 38.7 concessi agli avversari). Evidente che il segreto sia in una difesa che concede solo 93.7 punti a partita, con percentuali piuttosto basse (44.8% dal campo, 32.4% da 3 punti), forzando un buon numero di palle perse (13.5) e senza commettere troppi falli personali (21.2 PF/G di cui 4.6 a carico del solo Dwight Howard).
Eppure i problemi di falli per Howard sembrano "favorire" i Magic, che con Superman seduto segnerebbero molti più punti su ipotetici 100 possessi offensivi (120.3 punti contro 108.8), subendone meno per 100 possessi difensivi (103.6 contro 105.3); senza DH Orlando tira anche meglio dal campo (eFG% pari a 55.5% contro il 51.1% di percentuale reale con Howard in campo) e addirittura va meglio a rimbalzo (51.2% contro 49.2% di rimbalzi totali catturati). Numeri a dir poco clamorosi, che tuttavia sono facilmente intrepretabili: i minuti che Orlando gioca senza DH sono davvero pochi (meno di 10 in media) e le cifre sono senza dubbio gonfiate dal campione statistico piuttosto ridotto; non va poi dimenticato l'apporto di un eccellente lungo come Marcin Gortat (3.3 punti e 3.3 rimbalzi con il 73% dal campo in soli 11.4 minuti di media), per impatto uno dei migliori cambi in frontline di questi Playoffs.
La chiave resta comunque caricare di falli un giocatore che viaggia a 21.7 punti, 15.4 rimbalzi e 2.2 stoppate con il 62.2% dal campo; migliorato ai liberi (64.4% contro il 59.4% della Regular Season) e uomo decisivo nel generare raddoppi che possano liberare tiratori come Rashard Lewis (19.4 punti di media con il 46% dal campo e il 39.1% da 3) e Hedo Turkoglu (15.2 punti con il 37% abbondante da oltre l'arco). Occhio poi all'impatto di Mickael Pietrus, 10.5 punti venendo dalla panchina (ma 25.2 minuti di media per l'ex Pau) con percentuali piuttosto interessanti (48.5% di FG%, 39.3% nel tiro pesante).
L'avversario è durissimo. Per i Lakers sarà tutto tranne che una passeggiata.

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